Fondazione Cassa di Risparmio, Vercelli

Progettazione degli interni della Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, 2001

L’edificio odierno con i suoi due fronti in via Verdi e via Monte di Pietà fu costruito nel 1759-60, su disegni dell’architetto Feroggio; la facciata verso il Teatro Civico fu rimodernata nel 1871, su disegni del Geom. Dusnasi. L’edificio fu realizzato come nuova sede del Monte di Pietà in sostituzione delle vecchie case avute in permuta dall’ente nel 1623. Si è cercato nella simmetria e nella duplicazione, le chiavi di trasformazione degli ambienti. La simmetria in questo progetto è utilizzata per enfatizzare il senso dello spazio, per dargli struttura e conferirgli una ragione logica; si è lavorato sui volumi e soprattutto sull’esaltazione dei punti prospettici. I principi ordinatori sono quindi: l’interpretazione ortogonale degli spazi, la simmetria e il ricorso alla prospettiva come fattore di armonia. Tende in velluto e/o tela di cotone, drappeggiate davanti alle porte ed alle finestre, servono da sipari e da espedienti per coprire e soprattutto regolarizzare gli ambienti. Nel grande locale (Sala del Consiglio), a sinistra dell’ingresso, sono state realizzate due quinte a portico, contrapposte, che sono generatrici di simmetria. Intorno a questo elemento prende vita un continuo rimando di forme similari, animato da soluzioni architettoniche, da materiali e da presenze simboliche che armonizzano il vasto spazio. All’interno di una visione molto classica, le proposte progettuali sono state riviste in chiave moderna, o meglio, minimalista; un minimalismo che trae origine dalla purezza del classicismo greco, dal canone romanico e dall’ordine rinascimentale.
Uno stile molto essenziale, che sacrifica ogni aspetto al nitore della forma, che esalta la linearità delle forme e tutte quelle soluzioni architettoniche che possano esaltare gli oggetti e le opere d’arte presenti nello spazio. É stato, infatti, indispensabile una selezione tra le opere d’arte, di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio, al fine di esporle negli ambienti ristrutturati. Le opere d’arte all’interno della nitida scansione dello spazio impongono agli oggetti posizioni precise, nicchie, teche, supporti, creando una coreografia che ne enfatizza la presenza e ne gerarchizza il pregio. Una costante è il colore, non prepotente, il progetto gioca sul contrasto tra il bianco panna e le tonalita’ calde dei grigi delle pareti e delle quinte con lo scuro dei pavimenti in listoni di legno o con le sfumature dei marmi in un complesso gioco di equilibri. La monocroma levità dei toni bianco/grigio crea uno sfondo ideale per i dipinti. L’uso del rosso e del verde scuro di neoclassica memoria, in strategiche posizioni, serve ad accentuare il gioco dei contrasti ravvivando le zone meno plastiche ed esaltando i punti prospettici. Molta attenzione è data all’illuminazione, soprattutto artificiale, che opterà per una soluzione puntuale, “soffusa e diffusa” per creare ambienti di calda atmosfera, consoni soprattutto ai locali di rappresentanza e focalizzati in principal modo all’illuminazione diretta delle opere d’arte.